Ocarina Factory è l’ultimo nato dei progetti di valorizzazione del patrimonio culturale del territorio emiliano-romagnolo di Fondazione Entroterre, che prosegue nella sua opera di esplorazione, studio e valorizzazione delle tante ricchezze culturali dei territori, riportandole alla vita per condividere la loro capacità di continuare a ricordarci chi siamo, da dove veniamo e dove andiamo.
L’ocarina, flauto globulare in argilla estremamente versatile, è uno strumento che ha trovato applicazione in diversissimi generi musicali, dal folk al classico, al pop al jazz. Sin dalla sua nascita, nel 1853 da Giuseppe Donati, grazie al primo Gruppo Ocarinistico Budriese, dal 1863 tutt’oggi in attività, conobbe una popolarità di respiro internazionale attraverso la proposta di brani originali e arrangiamenti di celebri arie tratte da opere liriche. La storia più recente vede l’ocarina utilizzata anche nella composizione di alcune colonne sonore, come ad esempio in alcuni film di Sergio Leone, musicati da Ennio Morricone (il più famoso pezzo con ‘intervento’ di ocarina essendo compreso nella colonna sonora del film Il buono, il brutto e il cattivo), oppure in alcuni album musicali come Non al denaro, non all’amore né al cielo di Fabrizio De André, ma anche nella musica colta, come in alcune composizioni di Leoš Janáček e György Ligeti.
La manifestazione budriese dedicata al suo strumento: musicisti, insegnanti e costruttori provenienti da tutto il mondo si riuniscono per celebrare la tradizione dell’ocarina. Quattro giorni di concerti, mercatini, corsi e attività outdoor per mostrare come tutt’oggi il simbolo del patrimonio budriese incanti musicisti e artigiani di tutto il mondo.
Le produzioni musicali indagano la versatilità delle sonorità dell’ocarina, attraverso la commistione con generi diversissimi tra loro. Dalla più cara tradizione emiliano-romagnola, il liscio, alla più contemporanea musica elettronica, e oltre.